Sono nata in Sardegna, alcuni anni fa. Il mio tempo sull’Isola è stato breve, ma non per questo meno intenso. Gli isolani restano tali per sempre: il legame con la mia terra, la terra di mio padre, è rimasto fortissimo. Una calamita per gli odori, i sapori, il mare, la gente sarda fiera e indomita, ma sempre leale.
Al mio periodo ancestrale risalgono legami saldissimi, mai recisi che si rinsaldano nello spazio di un pensiero: il mio per loro, non mi chiedo più il perché, so sempre cosa stanno vivendo. Sapevo già, quando la mia famiglia è stata costretta a trasferirsi sul continente, che in Sardegna non saremmo più tornati: erano i tempi dei rapimenti, del terrorismo, della paura e noi ne abbiamo avuta veramente tanta.
I miei genitori hanno lavorato moltissimo su loro stessi e su noi sorelle perché non sentissimo la nostalgia e il richiamo del mare ed è questa la ragione per cui hanno deciso di stabilirsi, anziché a Roma, scelta della prima urgente ora, a Latina, una piccola e oscura città del Lazio, fresca di bonifica, ma con il mare a due passi.
Latina ha costituito un passaggio ed ho sempre saputo, in cuor mio, che così sarebbe stato o forse era il frutto di una delle tante precognizioni che hanno accompagnato la mia vita e il mio percorso di studi, lavorativo, affettivo.
Ho seguito gli studi che negli anni della mia formazione e per la mia provenienza era naturale compiere e, quindi, come molti, mi sono laureata in giurisprudenza, scappando immediatamente dalla carriera forense per inseguire la comprensione degli altri, delle persone, dei mondi fuori dalla realtà provinciale nella quale non mi riconoscevo.
E’ quell’ansia ad avermi spinto verso le lingue, barriera da eliminare velocemente, ostacolo alla comprensione e alla compenetrazione verso altri mondi. Mi sono trasferita a Parigi parlando ancora poco il francese, ma l’ho imparato velocemente, tanto da finire a frequentare una scuola per interpreti, e lì ho affinato il mio inglese e mi sono lanciata sul tedesco. Ed è a Parigi che iniziato a frequentare la prima scuola di Astrologia, più di 25 anni fa: ho iniziato una domenica mattina, con l’astrologa umanista, adesso amica, Clara D’amore, con cui ho affrontato i primi passi e da li, salvo brevi interruzioni, non ho mai smesso di imparare.
La mia per gli astri è una passione: ho un lavoro che mi piace, ma che appaga soltanto in parte, la mia esigenza profonda di aiutare gli altri, dare una visione della vita degli accadimenti che li ha riguardati, più ampia rispetto all’evento, se non fosse troppo, direi con un respiro se non universale, sull’Universo.